DEERHUNTER + ORVILLE PECK
DEERHUNTER
Why han’t everything already disappeared? Perché non è ancora tutto scomparso? Questa è la domanda che i Deerhunter scelgono come titolo del loro ottavo album, uscito su 4AD il 18 gennaio 2019 e prodotto insieme a Cate Le Bon, Ben H. Allen III e Ben Ette. È una lunga domanda sul presente e sulla graduale scomparsa di senso generale della cultura, ma anche della natura, della logica, ma anche dell’irrazionalità emotiva. In un’epoca storica in cui le soglie di attenzione sono ai minimi storici e gli algoritmi stanno per prendere il posto delle attività intellettuali prettamente umane come arte e musica, perchè se tutto è già svanito, non è ancora tutto scomparso? Con questo disco, a circa vent’anni di distanza dal primissimo giorno in sala prove, sono ormai lontani dagli echi ruvidi e punk che caratterizzavano i loro primi (indimenticabili) lavori, prediligendo l’altra forte connotazione della loro musica, quella più evocativa e atmosferica, consegnandoci un lavoro sempre e comunque all’altezza delle aspettative.
ORVILLE PECK
Combinando le atmosfere cullanti dello shoegaze con le iconiche melodie e con le vocalità della classica musica country americana, il cowboy fuorilegge Orville Peck gracchia raccontando l’amore e le perdite dal cuore del Nord America. Il suono che ne esce è interamente suo. Porta l’ascoltatore lungo le autostrade del deserto, attraverso un mondo in cui i giocatori d’azzardo, i cani di strada e gli imbroglioni consumati vanno alla deriva dentro e fuori dal suo sguardo mascherato. L’album di debutto di Orville, “Pony”, offre una variegata collezione di storie che cantano di crepacuore e di vendetta. Chitarre d’acciaio calde e tamburi echeggianti si muovono attraverso ballate da sogno e, talvolta, vicino a melodie frenetiche, rendendo omaggio alle sue radici musicali country.
DEERHUNTER + ORVILLE PECK